FEDERICA PANNOCCHIA
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Qualcosa in più di me...

Sono nata a Livorno, nella bellissima Toscana. Adoro il mare e la natura, e sono stata molto fortunata nel nascere in un piccolo paese sulla costa (in provincia di Livorno), circondata da spiagge, colline e animali. Ricordo molte cose della mia infanzia, così come adorassi ballare, creare scenette e scrivere. Queste erano le mie passioni più grandi. Tanto che poi crescendo chiesi a mia mamma di iscrivermi a una scuola di danza, mi appassionai sempre più di cinema e cominciai a scrivere le mie prime storie. Ricordo ancora oggi il mio primo, breve racconto che decisi di rendere pubblico e che fu esposto durante una mostra a Cecina. Si intitolava Lungo i miei passi e la protagonista era una bambina gravemente malata di un tumore chiamato neuroblastoma. Era un inno alla vita nonostante la morte.

Poi, all'età di 13 anni ho letto un libro che ha cambiato la mia vita, per sempre. Il Diario Di Anne Frank. Come me, Anne adorava scrivere, e non riuscivo a capire come potesse esistere tanto odio, discriminazione e ingiustizia. Mi resi conto che c'era ancora moltissimo da imparare dal nostro passato. Questi dubbi e queste domande mi hanno accompagnata nella crescita, sentendo dentro di me un bisogno di fare qualcosa per il prossimo. Durante l'adolescenza ho fatto varie esperienze di volontariato, con persone meravigliose, ma ancora dovevo capire quale sarebbe stato il mio destino, la mia strada.

Nel 2012 ho sentito il bisogno di trasferirmi all'estero. Decisi per Londra, città bellissima piena di attività, curiosità, cultura, turismo e teatro. Coltivai la mia passione per la recitazione avendo modo di prendere parte a vari cortometraggi e spettacoli teatrali, ritrovandomi così a far parte di cast internazionali. Conoscere le diverse culture fu fantastico, così come praticare sempre di più la lingua inglese!


Nonostante questa splendida avventura sentii che mi mancava l'Italia. Avevo bisogno di ritornare a casa, alle origini. Avevo bisogno di cercare ancora me stessa, di trovare la mia strada. A Londra ebbi modo di visitare numerosi musei, anche alcuni sulla guerra e mostre sull'Olocausto. Nei fui toccata, profondamente. Una volta rientrata in Italia scrissi alcuni libri tra cui Come lacrime nella pioggia (che da voce alle donne in India, vittime di discriminazione, abusi e matrimoni sessuali, che ho reso disponibile online gratuitamente proprio per sensibilizzare sull'argomento) e un libro dal titolo Quando dal cielo cadevano le stelle. Un libro che scrissi per me, per il bisogno di farlo, di avere una "mia" bambina della Shoah che avrebbe potuto dare una voce a chi non ne aveva più una. Racconta la storia di Lia, giovane ragazza italiana, con l’unica colpa di essere ebrea durante il periodo del nazionalsocialismo. Accende i riflettori sul rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, sulla deportazione ma soprattutto sul valore della vita. Solo dopo averlo letto mi sono resa conto dei suoi messaggi e dei suoi insegnamenti. Inviai così il manoscritto a varie case editrici e ricevetti il mio primo contratto. Quando dal cielo cadevano le stelle è stato pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Eden Editori. Ed è stato un sogno, inaspettato, che diventava realtà.

Non mi resi conto, però, di quanto la mia vita stesse cambiando. In quegli anni, infatti, entrai anche in contatto con la scrittrice e speaker statunitense
 Cara Wilson Granat, la quale per anni ha corrisposto con Otto Frank - il papà di Anne -, pubblicando le loro lettere su un libro. E subito mi resi conto di avere davanti una persona straordinaria, col cuore pieno di luce e di bontà che ancora oggi è una delle mie più care amiche.
Ebbi così modo di conoscere maggiormente la storia della famiglia Frank e di sapere che Buddy Elias - cugino di Anne Frank - era l'unica membro della famiglia ancora in vita.
Nel 2014 e nel 2015 instaurai una profonda amicizia con Buddy, fino al giorno della sua morte. Ci sentivamo regolarmente via email e ben due volte ebbi l'occasione straordinaria di essere invitata da Buddy a casa sua, per conoscerci di persona.La prima volta non potei perché avevo difficoltà economiche, la seconda volta proposi io di raggiungerlo ed iniziammo a organizzarci quando lui si ammalò. E morì nel 2015. Non passa un giorno in cui non pensi a lui, ai suoi insegnamenti, al suo sorriso, a tutte le cose che mi raccontava sulla sua vita, sulla sua cugina Anne Frank,  incoraggiandomi nei miei sogni e nei miei ideali. E' stato grazie alla mia amicizia con Buddy, infatti, se mi sono resa conto che in Italia mancava una Fondazione che onore avrebbe portato il nome di Anne Frank per poter ricordare la sua storia, il suo Diario, le vittime della Shoah. Sino a promuovere oggi la pace, il rispetto e l'accoglienza.

Nel 2015 ho costituito l’Associazione di volontariato Un ponte per Anne Frank di cui ne sono Presidente e Fondatrice, che nel 2018 è diventata Partner Italiano de La Casa/Museo di Anne Frank con il quale abbiamo avviato numerosi progetti ancora attivi.
Con immenso onore collaboriamo attivamente con Scuole, Comuni, Enti, biblioteche e Sopravvissuti al dramma della Shoah quali Sami Modiano, Kitty Braun Falaschi, la Senatrice a Vita Liliana Segre ed Eva Schloss, sorellastra di Anne Frank.
Lavoro quotidianamente di Anne Frank e con la sua storia, affinché sia possibile non dimenticare quanto avvenuto, riflettere sul periodo del nazionalsocialismo, imparare dagli errori del passato, combattere oggi contro ogni forma di discriminazione e indifferenza e aiutare quei bambini vittime di situazioni di disagio sia in Italia sia all'estero.

Aprire l'Associazione è stato come fare un salto nel vuoto. Avevo dubbi, perplessità. Ma si era aperta una nuova porta nel mio cuore: la porta della vita, dell'amore, della gratitudine. E sentivo che finalmente i puzzle della mia vita stavano trovando il loro posto. 
L'Associazione è stata da subito accolta a braccia aperte e nonostante difficoltà e salite, rifarei tutto ogni singolo giorno. Perché ogni giorno c'è qualcosa da imparare.

Nel 2018 ho anche preso parte al dossier Rai La stanza di Anna e allo special Tutto il bello che c’è, a cura della giornalista Laura Gialli, proprio parlando dei programmi della mia Associazione.

Un altro sogno che si è recentemente avverato è stato quello di vedere un mio soggetto, una storia uscita dal mio cuore, trasformarsi in un cortometraggio, prodotto da due importanti case di produzione. Un anno fa, infatti, ho sentito dentro di me il (bi)sogno di portare nella nostra società gli ideali di Anne Frank, proprio dopo numerosi laboratori e incontri con studenti, i quali sentono vicini tali ideali e vi si aggrappano con la speranza per una società priva di razzismo, indifferenza, discriminazione e bullismo.

Esattamente come faccio io. Io stessa ho bisogno degli ideali di Anne Frank, della sua speranza, per far vincere la luce e non il buio. Così ho scritto Il nostro nome è Anna, un cortometraggio che abbiamo girato in Toscana a dicembre 2019 e che uscirà nel 2020. Con protagonista la bravissima Ludovica Nasti (che ho personalmente desiderato per il ruolo principale) e numerosi altri attori straordinari quali Adelmo Togliani, Serena Bilanceri, Licia Amendola e Claudio Mazzenga. Per la regia di Mattia Mura. Prodotto da Studio Emme di Sergio Martinelli e Sara Martinelli e da Helix Pictures. La sceneggiatura è stata poi arricchita dalla bravura di Cristiana Bertolotti e Mattia Mura.

E oggi riesco a conciliare il tutto. Non è semplice, è faticoso, e spesso in molti mi chiedono "Ma chi te lo fa fare?". Ma la mia risposta è: "Fatelo anche voi!".
Sì, perché uniti possiamo fare, tanto.

E perché basta un sorriso, una mano tesa, per aiutare chi ha bisogno oggi. Proprio imparando dagli errori del passato.
E così, gestisco quotidianamente l'Associazione Un ponte per Anne Frank mantenendo in contemporanea le altre mie passioni più grandi come viaggiare (spero di poter visitare presto l'India e l'Australia) scrivere (scrivo giornalmente, seduta davanti al mio computer, dando libero sfogo alla mia fantasia), guardare film (è meraviglioso educarsi attraverso il cinema oppure rilassarsi!) e naturalmente recitare.

Ho imparato che attraverso la recitazione è possibile raccontare altre storie. Dare vita a personaggi, vivere esperienze ed emozioni che altrimenti non avrei mai potuto vivere nella mia persona. Recitando ho anche modo di visitare luoghi in altrimenti non sarei stata e di lavorare con persone eccezionali imparando nuovi lati di me, mettendomi alla prova. Nel 2019 ho preso parte  sia in cortometraggi, web-series e spettacoli teatrali. Nella primavera 2019 sono anche stata selezionata come concorrente nel programma italiano più seguito, Ciao Darwin 8 - Terre Desolate ed è stata un'esperienza divertente, che mi ha permesso di lanciare messaggi sull'importanza della  vera bellezza, quella interiore.

Attualmente sto lavorando come attrice in altre produzioni, che usciranno a breve. Senza dimenticare lo studio. Infatti, studio recitazione cinematografica in una scuola di Firenze. 

Sono dalla parte dei più deboli, dei più vulnerabili, dalla parte di coloro che sono discriminati o allontanati senza alcuna colpa. E, naturalmente, sono dalla parte dei bambini. Ho infatti adottato a distanza sei bambini: dalla Cambogia, dall'Indonesia, da Burkina Faso, dall'India, dall'Etiopia, dal Ghana, dalla Repubblica Domenicana e dalle Filippine. Sono in contatto con ognuno di loro attraverso lettere, foto, video chiamate... ed è straordinario vedere come anche piccoli gesti come questo possano portare a qualcosa di grande.


Non potrei vivere senza i valori e la lotta continua per aiutare chi ha bisogno, per far vincere l'amore, la pace, la speranza, il rispetto, la tolleranza, l'accoglienza e l'inclusione. So che è una battaglia difficile, ma questo non significa che non vada combattuta.
La mia Associazione  - e di conseguenza la mia vita - è arricchita da una grande famiglia composta da persone diverse fra di loro e di conseguenza bellissime. Persone di  varie età, di differenti religioni, Paesi, background... Penso sia fondamentale e necessario accettare tutti quanti. Tendere una mano. Regalare un sorriso. Dare un abbraccio.
Questa sono io. 
Spero ogni giorno. Ho fiducia e mi piace vivere col sorriso sulle labbra.
Con la consapevolezza di non essere sola. E che l'unione fa la forza.
Perché se da sola riesco a fare, insieme possiamo fare molto di più.

Grazie di cuore per aver letto le mie parole, per camminare al mio fianco. Grazie per essere la bellissima persona che sei.

ENTRIAMO IN CONTATTO!

Se vuoi saperne di più su chi sono, sulla mia Associazione, sui miei programmi educativi e artistici... Se vuoi collaborare, invitarmi a qualche evento, invitarmi in una scuola, propormi un progetto, un'intervista o quant'altro o, più semplicemente, per fare quattro chiacchiere:

email

federicapannocchia@outlook.it
unponteperannefrank@yahoo.it

​

telefono

3421223322

Un ponte per Anne Frank

www.unponteperannefrank.org

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